(INTERVISTA) Errani: “Non si è mai al 100%, lo sport è questo, ma alcune volte ci si potrebbe ritirare anche prima del draw”

Share
Sara+Errani+2016+Sydney+Apia+International

Sara+Errani+2016+Sydney+Apia+International

Esordio positivo stagionale con questa vittoria portata a casa. Parliamo del match di oggi: com’è stato giocare in queste condizioni meteo?

SARA ERRANI: Sì, oggi sotto al sole si cuoceva, non so esattamente quanti gradi ci fossero (Ndr. 43.3) ma è stata una fatica in più notevole sia per me che per Carla (Ndr. Suarez Navarro). Abbiamo uno stile di gioco simile quindi conosciamo i nostri rispettivi colpi a menadito, senza contare che questo era il nostro 11° incontro in carriera. Sono soddisfatta, credo di aver giocato una buonissima partita oggi.

Il caldo ha sicuramente giocato un ruolo importante nella partita di oggi. Ne tieni personalmente conto quando ti trovi a scegliere una tattica di gioco piuttosto che un’altra? 

SARA ERRANI: No, non direi. Quando ci si trova in queste situazioni quello che c’è da fare è cercare di prendere un po’ più di tempo tra un punto e l’altro per permettere al fisico di rifiatare per quanto possibile. Ad ogni cambio campo poi cercare un po’ di refrigerio, bere molto per reintegrare i liquidi persi, mangiare e cose così. Non è influente nelle scelte tattiche ma è bene comunque prestare attenzione a questi dettagli e rimanere il più possibile concentrati.

Normalmente ti alleni al caldo durante la preparazione stagionale? Ti alleni in Spagna o in Italia? 

SARA ERRANI: In Spagna. Credo sia per questo che le condizioni di oggi mi hanno spiazzato in quel modo. Vi lascio immaginare cosa vuol dire passare dal freddo, anche se moderato, al clima australiano. A Brisbane in verità non c’era tutto questo caldo ma ovviamente sappiamo per esperienza che le temperature possono cambiare molto a seconda della città quindi mettiamo sempre tutto in conto e cerchiamo di adattarci al meglio.

L’Australia non è l’unico paese caldo dove giochi durante la stagione. Qual è la differenza tra questo caldo e quello di Miami, Indian Wells o dell’Europa? 

SARA ERRANI: Qua è genericamente più caldo rispetto agli altri paesi ma se dovessi dire il posto più caldo in assoluto sarebbe senza ombra di dubbio Rio de Janeiro. Caldo umido, si faceva anche solo fatica a respirare. Normalmente mi piace giocare in queste condizioni ma un conto è caldo e un  altro è QUESTO caldo – che rende anche più difficile il recupero fisico; il rischio di un’insolazione o problemi simili è reale quindi non c’è da scherzarci.

A proposito del tuo prossimo impegno contro Jelena (ndr. Jankovic): hai già pronta la strategia da mettere in campo domani?  

SARA ERRANI: Beh, non ho avuto neanche il tempo di parlarne col mio coach ma inutile dire che la cosa più importante da sapere è che Jelena è davvero una tosta. Ci siamo affrontate durante l’ultimo torneo dello scorso anno quindi so cosa aspettarmi da una giocatrice come lei. Difficilmente sbaglia o regala qualcosa quindi so per certo che a prescindere non sarà una passeggiata.

Durante la scorsa settimana ti abbiamo visto esprimere magari un po’ di frustrazione su Twitter riguardo quello che è successo nel main draw a Brisbane. Potresti spiegarci cosa ha scatenato la tua reazione? 

SARA ERRANI: Certamente. Il mio pensiero è che la WTA dovrebbe considerare personalmente questa questione: credo che noi, tutte le giocatrici del circuito, dovremmo essere maggiormente rispettose sia per i comitati organizzativi dei tornei che per tutte le persone che pagano un biglietto per vederci giocare a tennis. Può succedere di infortunarsi, cioè, siamo giocatrici professioniste, è ovvio che possa succedere. Può anche succedere di fare riscaldamento la mattina prima del match e rompersi una gamba. E’ possibile. Ma non credo sia realmente possibile con la frequenza con cui succede attualmente. Non è lontanamente in discussione che per nessuna giocatrice sia facile giocare ogni settimana dell’anno ma credo che noi e la WTA insieme dovremmo cercare di trovare una soluzione comune e rivedere il regolamento esistente.

Nel caso in cui stia per iniziare un torneo e tu sia consapevole della tua condizione non ottimale o di un infortunio invalidante nella tua testa tieni mai in considerazione il fatto di ritirarti prima che venga effettuato il sorteggio per agevolare le tue colleghe? 

SARA ERRANI: Credo che l’ipotesi in questione possa adattarsi perfettamente ad ogni giocatrice del circuito che si trovi a giocare quasi ogni settimana dell’anno. Per quanto mi riguarda, sì, in caso di infortunio cerco sempre di notificare il mio ritiro prima del sorteggio del tabellone principale. La differenza sta tutta in questo. Durante tutta la mia carriera ho giocato quando non stavo benissimo o con la febbre o quando avevo dei fastidi muscolari o acciacchi generici, e lo faccio tutt’ora. E so di non essere l’unica, è la scelta di molte giocatrici. E’ una prassi, lo sport professionistico è anche questo.

Anche se non sei mai al 100% della forma puoi sempre tenere in considerazione questi particolari e fare la differenza: magari certe volte è impossibile ma altre ci si potrebbe ritirare prima (ndr. Secondo quanto stabilito dal regolamento vigente della WTA  le teste di serie che presentano un ritiro a tabellone già compilato vengono sostituite da una Qualificata o da una Lucky Loser; al contrario, se la stessa testa di serie si ritira prima della cerimonia di sorteggio il tabellone viene aggiornato prima dell’assegnazione definitiva delle teste di serie). La mia personale opinione è che ogni giocatrice potrebbe avere più considerazione di questa questione non solo per le colleghe, ma anche per gli appassionati ed i tifosi, come anche per i comitati organizzativi. Queste scelte ricadono non solo su una singola giocatrice o tabellone ma su ogni elemento del Tour, in qualche modo. Spero che la WTA voglia consultare le giocatrici e trovare una soluzione congiunta.

Potrebbero interessarti anche...