Wimbledon 2015: secondo turno

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Purtroppo la stagione su erba e la permanenza di Sarita all’All England Lawn Tennis Club di Wimbledon si concludono oggi per mano di Aleksandra Krunic.

La baby serba – classe ’93 – n.82 del ranking femminile si è rivelata un’avversaria davvero temibile su questa superficie, eliminando prima l’ex compagna di doppio e veterana Roberta Vinci e poi la nostra Cichi in 3 sets.

La partita sembrava essere iniziata col piglio migliore per la Nostra, che era scattata avanti sul 3-0 nell’arco di pochi minuti, ma in altrettanto poco tempo qualcosa si è inspiegabilmente inceppato: la Krunic ha cambiato totalmente volto e si è trasformata in una macchina da punti, riducendo i gratuiti a 0 ed iniziando ad inanellare una serie paurosa di aces e vincenti tanto da mettere a segno 6 giochi consecutivi e strappare il primo set ad una Sara sbigottita.

Passato il momento di défaillance la n.1 d’Italia si scuote e si mette di buona lena per recuperare lo svantaggio lottando alla sua maniera e conquistando la testa col parziale di 4-3; la serba però avverte il pericolo di farsi portare al terzo da una guerriera come lei e cerca in tutti i modi di evitarlo, rifancendosi subito sotto e garantendosi il tie-break. I suoi timori però si trasformano in realtà, perché sul 2-1 assistiamo ad uno scambio che tutto ha meno che dell’erbivoro: 25 colpi che la  abbattono in tutti i sensi e un enorme “Vamos!” che tuona sul campo 12.

Con grande sorpresa e dispiacere di Sara però la serba ha dimostrato delle capacità di recupero mentali e fisiche fin troppo veloci, perché dopo un breve testa a testa nel set decisivo ricomincia imperterrita a bruciare gli ultimi fili d’erba rimasti con un’altra scarica di vincenti. Risultato finale: 3-6, 7-6, 2-6.

Nonostante la sconfitta questa rimane la migliore stagione su erba di Sara dal 2012, grazie ad un terzo turno a Eastbourne ed ad un secondo qui a Londra appena concluso.

Cichi si prenderà qualche giorno di riposo prima di spostarsi di nuovo sulla sua amata terra battuta per l’International di Bucharest.

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